Considerazioni sulla visita al Forte Bramafam

Considerazioni non scontate dopo la visita al Forte Bramafam di Bardonecchia

Domenica 27 Maggio siamo andati a visitare il Forte Bramafam,  una delle più grandi opere fortificate della fine del XIX° secolo delle Alpi Cozie. E’ stato costruito tra il 1874 e il 1889, nei pressi di Bardonecchia, per difendere il Traforo ferroviario del Frejus inaugurato in quegli anni. Eravamo incuriositi dalla proposta del nostro Socio Giorgio Borello, membro del comitato che sta provvedendo, ormai da oltre 10 anni, al restauro della fortificazione con molti sacrifici, lavoro volontario e competenza. Dire che la visita al Forte è riuscita molto interessante è persino banale perché gli spunti proposti sono stati ricchissimi e numerosi.

Oggi voglio riportare una considerazione condivisa tra i partecipanti. La visita è stata occasione per riflettere sulla inutilità (naturalmente con la mentalità di oggi e dal punto di vista dell’utilità per il benessere della popolazione, senza luoghi comuni sul pacifismo) di effettuare opere come il Forte costose in denari e molto di più in sacrifici umani per costruirlo, mantenerlo, demilitarizzarlo, abbandonarlo senza mai utilizzarlo. Ora,almeno, grazie al lavoro competente e volontario, è diventato un museo della storia delle guerre del secolo passato del popolo Italiano. Meditate gente, meditate! I costi delle spese militari – forse – fanno aumentare il PIL; i sacrifici personali generosi od obbligati che sono stati fatti hanno accresciuto – per i superstiti – la rabbia, forse anche solo per le occasioni perdute. La difesa da entrambe le parti – italiane e francesi – del traforo ferroviario del Frejus, fin dalle origini e nella Prima Grande Guerra, doveva giustificare la costruzione di fortificazioni dimostratesi poi inutili. Queste opere, oggi, andrebbero probabilmente tenute presenti e confrontate con le ragioni e le azioni riguardanti le opere previste per la realizzazione, per esempio, della linea TAV. Pensieri inutili. Anche allora erano state adottate opere di ingegneria costruttiva e soluzioni avanzatissime, frutto delle più brillanti menti del genio italiano poste al servizio del … genio militare. I sacrifici, i disagi e < la migliore gioventù > nonché la Gloria erano appannaggio della popolazione.

La rassegna, ben esposta nelle anguste gallerie di collegamento delle postazioni del Forte, percorre le varie guerre nelle quali l’Italia è stata coinvolta nel secolo passato.  Quelle del secolo presente non ci sono ancora. Certamente è da rimarcare la passione, la competenza, la dedizione – senza enfasi – dei componenti il comitato di recupero del Forte che dedicano il loro tempo ed anche i loro mezzi per portarci a toccare con mano e visivamente le condizioni di vita di chi credeva od era precettato a salvaguardare il nostro poco o tanto benessere. Teniamone conto. Usiamo l’esperienza, le conoscenze e, soprattutto, la possibilità e quantità di informazioni che abbiamo a disposizione, per sviluppare lo spirito critico e la capacità di giudizio che ci resta tenendo relegate nei musei le nostre gesta guerresche e anche risparmiando i costi che comportano.

Michele Dalmasso,
Presidente di FormEduca

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