Il primo oggetto costruito da me, il lavoro manuale che mi ha dato più soddisfazione
Come tutti i bimbi di allora, figli di operai, anch’io ricevetti un Meccano a Natale.
Logica conseguenza per un padre aggiustatore meccanico specializzato.
Non so se fu quella, la prima volta che mio padre scosse la testa al mio indirizzo, ma di sicuro la scosse, a Pasqua, quando capì che non avrei mai seguito le sue orme!
Da quel momento in poi, infatti, il Meccano passò di mano ai miei fratelli che, anche se già in adolescenza avanzata, il meccano non l’avevano mai avuto e perciò me lo invidiavano.
Da quel momento in poi la famiglia completa (io compreso) ci rendemmo conto che io, con le mani, non sarei mai riuscito a montare, costruire, aggiustare, smontare, trasformare un bel niente!
Ne consegue che divenni secchione ed occhialuto con vaghe tendenze all’intellettuale e con il solo hobby di disegnare (bene, stavolta) i personaggi del Topolino.
Un po’ poco per “costruire” (parola maledetta) un avvenire!
Renato