Depressione da disoccupazione

UNA VITA, TANTI LAVORI

Il lavoro ha oggi un’importanza e rilevanza fondamentale nella vita dell’individuo, essendo un vero e proprio mezzo di affermazione sociale e di autorealizzazione.
Quando il posto di lavoro non offre tutele, garanzie e prospettive adeguate tutte le sfere dell’esistenza in qualche modo ne risentono.
Oggi, molti lavoratori sono flessibili, atipici, a progetto: in una parola precari.
Con il lavoro precario non si può programmare il futuro rendendo problematico realizzare prospettive di indipendenza e autonomia familiare; l’incertezza lavorativa impedisce la progettualità, con conseguenze negative sia per l’individuo che nelle relazioni familiari, sociali e sentimentali.
L’incertezza economica attacca e corrode l’identità delle persone tanto che la sensazione non è solo il “lavorare” da precari, ma anche il “vivere” come tali. Questa condizione impedisce una programmazione del futuro creando una fonte continua di preoccupazioni. Queste condizioni che creano il cosiddetto “mal di precariato” generano insicurezza psicologica e stress eccessivo, tanto da causare malessere spesso somatizzato con gastriti, mal di stomaco, emicrania, stanchezza cronica, inappetenza, debolezza, attacchi di panico.
Senso di insicurezza, difficoltà a prendere sonno, angoscia, vergogna e senso di colpa: è la depressione da disoccupazione, una patologia di cui sarebbero a rischio tutte le persone in cerca di lavoro e che rischia di diventare un vero e proprio problema sociale.
La depressione da disoccupazione aumenterebbe il rischio di comportamenti autolesivi, quali il consumo di alcol in quantità eccessiva o l’utilizzo di stupefacenti e aumenterebbe l’aggressività, generando una serie di ripercussioni nella vita sociale, famigliare sentimentale del soggetto, tanto che, al momento del ripresentarsi di una nuova occasione lavorativa i problemi potrebbero essersi moltiplicati a tal punto da portare la persona a lasciarsela sfuggire generando una spirale negativa. Il precariato ha in genere forti ripercussioni sull’autostima e sul senso di autoefficacia.
L’incertezza lavorativa, essendo anche “incertezza per il futuro”, può favorire anche l’insorgere di una sintomatologia ansiosa.
Coltivare relazioni sociali, non sottovalutarsi, essere intraprendenti e non avere paura di chiedere aiuto possono aiutare a gestire questo disagio. Una maggiore sicurezza personale e una maggiore stima di se stessi risulterebbero essere strettamente collegati alla capacità di mettersi in gioco e di assumere nuovi ruoli lavorativi.
L’atteggiamento mentale di reinventarsi e ricominciare passando attraverso il cambiamento dovrebbe essere la prerogativa dei nostri tempi.

Articolo a cura della Dott.ssa Katia Vastola
Psicologa iscritta all’Ordine degli Psicologi del Piemonte, Alcologa, Consulente in sessuologia, pubblicista e formatrice.

Articolo originariamente pubblicato su: www.cittaditutti.org