NELLA SPIRITUALITÀ IMMERSA NEL SILENZIO
La Comunità di Bose è immersa nel silenzio. Un silenzio che nasce dai campi e, sottovoce, si alza dai boschi che attornia questo luogo di preghiera. Un silenzio che induce alla meditazione, alla consapevolezza del proprio esistere, del proprio cammino. Un silenzio che vive.
Liberato da inutili orpelli, l’uomo ritorna in sintonia con l’Essere Supremo.
Già nel XI secolo è presente su questo sito un piccolo edificio dedicato al culto, la chiesa di San Secondo, attorniata dagli alberi della Serra.
La Comunità di Bose, nasce a partire dal 1963, dove Enzo Bianchi accoglie nel suo appartamento torinese un piccolo gruppo di giovani cattolici, valdesi e battisti. Essi iniziano a leggere insieme la Scrittura, e si incontrano ogni sera per la preghiera delle ore e a condividere la celebrazione eucaristica domestica. Poi, Enzo Bianchi decise di cercare un luogo in disparte, immerso nella solitudine, in cui fosse possibile iniziare una vita fraterna.
Affittata una modesta casa, a Bose, frazione del comune di Magnano, sulla Serra di Ivrea e Biella, andò ad abitarci per alcuni anni in solitudine, e in seguito maturò l’intenzione di dare inizio a una comunità monastica. Raggiunto nel 1968 dai primi fratelli e sorelle, ha scritto la regola della comunità.
È a tutt’oggi priore della comunità la quale conta un’ottantina di membri tra fratelli e sorelle di cinque diverse nazionalità. Fin dall’inizio hanno fatto parte della comunità cristiani appartenenti a confessioni diverse. Di questo dono si è cercato di fare un impegno per l’unità di tutti i cristiani, nella fedeltà alla parola di Cristo: “Che tutti siano una sola cosa”.
Un monaco ci accompagna a visitare il luogo. Molto è cambiato dai primi anni sessanta, ma l’accoglienza è rimasta una costante come allora. Uno spazio legato alla spiritualità e alla preghiera.
Ed è proprio attraverso il raccoglimento, il silenzio e la preghiera che il mistero della vita si fa più intenso.
Numerosi gruppi frequentano questa comunità (oggi è presente un gruppo proveniente dalla Svezia) per immergersi in ritiro spirituale.
Il silenzio è una costante presente che accompagna.
Domando al giovane monaco come si deve porre una persona non credente nei confronti della vita.
La risposta è essere coerenti con le proprie scelte di fronte a ciò che la vita ci pone. Vivere il presente in piena consapevolezza dei nostri gesti e delle nostre responsabilità, senza essere travisati da falsi miti.
Penso che in fondo è ciò che facevano i nostri genitori dopo i terribili anni della guerra e prima degli anni del boom economico. Dove i bisogni erano quelli essenziali, costruendo giorno per giorno un progetto di vita, e condividendolo con altri.
È con i soci di Formeduca che si conclude questa visita, che è stata programmata nello spirito che contraddistingue questa associazione, e cioè il vivere bene la terza età – ma questo è valido per ogni età – in modo concreto, responsabile, motivato e pieno d’interessi reali.
Rinaldo Ambrosia
Si ringrazia la Comunità di Bose per l’ospitalità e la concessione della pubblicazione delle immagini fotografiche.









